Con la LUT ho un rapporto difficile. Ho partecipato 5 volte, con 3 ritiri e 2 piazzamenti nei 20, ma senza le prestazioni che volevo. Forse anche perché non sono mai riuscito a prepararla al meglio, e visto che io ho bisogno di fare le cose per bene per fare una buona gara (non ho le stesse doti di chi allenandosi poco o niente o gareggiando ogni settimana riesce sempre a fare ottime prestazioni), mi ci è sempre voluto poco per avere problemi di vario genere.
Quindi, queste sono le mie partecipazioni e come mi sono (non) preparato ogni volta.
Foto Klaus Dell'Orto |
2012: ritirato a Malga Ra Stua, dopo 75 km circa, a causa di problemi digestivi e dolori vari. Ai tempi correvo tantissimo, forse troppo. In realtà era stato più il 2011 l’anno in cui avevo esagerato, con ultra una dietro l’altra, mentre nel 2012 ero avevo fatto le cose un po’ più saggiamente. Però mi allenavo ancora a tentativi. Ero fissato coi dislivelli. Nessun allenamento di velocità, cosa che evitavo dall’inverno ormai. Circa 2 settimane prima avevo provato il percorso in 3 giorni, più, subito dopo, la prova del percorso della Trans d’Havet. In pratica 200 km e oltre 10000 metri di dislivello in 6 giorni. In gara non avevo recuperato gli sforzi di quella settimana, avevo diversi dolori articolari, più una distorsione alla caviglia di qualche settimana prima non del tutto recuperata, e altre gare sulle gambe… E insomma, mollai, in una pessima giornata, nonostante fossi ben piazzato.
2015: 18° in 14h08’. In realtà non andai malissimo, almeno fino a metà gara, ma mi venne una cotta pazzesca in Val Travenzes, con una sosta addirittura per dormire alla malga, il piccolo ristoro prima dello scollinamento. Nel finale ripresi energie e riuscii a chiudere bene, ma mi rimase un po’ di amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere. Venivo da un inverno tribolato e dai deludenti mondiali di Annecy. La forma sembrava buona, avevo inserito anche allenamenti intensi dove andavo molto bene, poi di nuovo una prova percorso circa 3 settimane prima della gara. Insomma, la forma c’era, ma mancava qualcosa, soprattutto nell’alimentazione (tanti problemi in quel periodo) che mi faceva cadere in tremende crisi. E ancora, ero arrivato sull’onda di gare precedenti, sì in forma decente, ma senza preparazione specifica fatta bene. Lì iniziarono altri mesi difficili tra sovrallenamento e acciacchi.2016: 17° in 14h21’. Non ebbi crisi o particolari gravi problemi, riuscii ad alimentarmi sempre bene, semplicemente non avevo gambe, ero legnoso, lento, poco brillante. E poi sì, un piccolo problemino c’era, visto che concimai diverse valli attraversate dalla gara, ma non era debilitante, mi faceva solo perdere tempo. In quel caso forse feci l’errore opposto rispetto agli anni precedenti, ovvero arrivai molto poco allenato. Non volevo rischiare di cuocermi come avevo fatto l’anno precedente, venivo da un inverno abbastanza tranquillo per riprendermi dalla fascite plantare e dalla stanchezza. Almeno non avevo patito ed ero fiducioso per le successive gare. Il mio allenamento era sempre migliore, dovevo solo mettere a posto ancora alcuni tasselli. Comunque, anche qua, nessuna preparazione fatta per bene.
Foto Klaus Dell'Orto (?) |
2018: ritirato al Rifugio Auronzo, a causa del maledetto piede che mi causò alcuni mesi difficili quell’anno, ma che dall’altro lato mi fece concentrare di più sulla bici a luglio per poi arrivare ben allenato e mentalmente fresco all’UTMB. Quell’anno stavo decisamente bene sin da inizio anno, ma ad aprile una distorsione alla caviglia fece partire una lunga serie di problemi al piede sinistro. Mi ritirai alla UROC, per poi allenarmi come potevo per la LUT. Anche in questo caso non ero riuscito ad allenarmi in modo specifico, ma mi era impossibile proprio a causa dell’infortunio, anche se l’intenzione stavolta c’era.
2019: ritirato al Lago Misurina. A partire dalla LUT dell’anno precedente non avevo praticamente più sbagliato una gara, tra UTMB, gare più corte dove mi ero “salvato” bene, e la UROC chiusa al 3° posto a metà maggio. Ma dalla gara americana non riuscii a recuperare bene. Tornato in Italia l’allenamento era altalenante, ero stanco, e pochi giorni prima della LUT mi venne un ascesso dentale, quindi negli immediati giorni precedenti alla partenza dovetti andare più volte dal dentista, con antibiotici da prendere anche nei giorni a Cortina. Non so se fosse a causa degli antibiotici o altro, ma immediatamente durante la prima salita iniziai ad avere problemi di stomaco e nausea, cosa che ormai non mi accadeva più da anni. Più proseguivo, meno riuscivo a bere e alimentarmi, fino ad arrivare a vomitare e a sentirmi vuoto proprio poco prima della salita verso le Tre Cime. Insomma, anche quell’anno, allenamento fatto male, e qualche sfiga di troppo.
Bè, non nascondo che mi piacerebbe ritornarci per chiudere il conto, visto che ora credo di riuscire ad allenarmi sempre meglio e sarei forse sempre più capace di gestire le diverse difficoltà del percorso. Anche se ogni anno il livello (giustamente) si alza, e sarebbe per me sempre più difficile piazzarmi come avrei potuto qualche anno fa, magari tra i primi 10, come ho sempre sognato. Ma non si sa mai. Prima o poi ci torno. Sicuro.