Dopo un allenamento particolarmente intenso, come delle ripetute a soglia o dell’interval training, è bene far seguire un giorno con una seduta blanda di recupero, per dare modo al fisico appunto di recuperare, ma in modo attivo. D’altronde si sa che il movimento a bassa intensità velocizza i tempi di recupero, favorendo la supercompensazione, e quindi il miglioramento. C’è chi non si allena praticamente mai per due giorni consecutivi, e in tal caso sarà sufficiente lasciar passere uno o due giorni di riposo prima del successivo allenamento (che se intenso, deve dare stimoli fisici diversi, chiaro).
È quindi norma abbastanza consolidata il far eseguire nel giorno post ripetute una corsa lenta, indicativamente tra i 30 e i 60’, a seconda del livello dell’atleta e del periodo. Eppure, non mi capita raramente di fare, e far svolgere – spesso con risultati migliori – un allenamento sì lento, ma collinare, se possibile su percorso propriamente trail, anche con brevi salite ripide dove camminare molto tranquillamente.
Perché questo? Se sono state fatte delle variazioni veloci su asfalto, o pista, o comunque su terreno pianeggiante, effettuare il giorno successivo un’altra seduta ancora in piano rischia di non far recuperare al meglio muscoli e articolazioni, specialmente se si parla di trailrunners non particolarmente abituati a correre – e veloce – su percorsi pianeggianti a causa della ripetitività del gesto atletico. Ecco perché inserire dei piccoli dislivelli, dove il passo cambia ampiezza e frequenza, dove il piede appoggia in modi diversi, può essere molto utile. Il leggero impegno muscolare supplementare di salite e discese può inoltre contribuire ad aumentare maggiormente l’afflusso di sangue alle gambe e di conseguenza velocizzare ulteriormente il recupero. Anche il non dover badare al ritmo, che altrimenti sarebbe probabilmente troppo intenso (un errore classico) può dare un aiuto psicologico nella sensazione di recuperare meglio. La camminata in salita, spesso trascurata nelle uscite, può essere davvero utile in questo tipo di allenamenti, anche se affrontata solo per brevi tratti, e anzi, può persino diventare allenante anche a ritmi molto blandi, cercando la maggior scioltezza possibile durante il gesto e migliorando la sua economicità.
Mi capita anche di fare (o far fare) allenamenti intensi di camminata in salita dopo sedute intense in piano, ma raramente e solo in particolari periodi, soprattutto poche settimane prima di una gara, per lavorare sulla forza specifica in condizioni di pre stanchezza.
Insomma, non credo possa essere niente di rivoluzionario, forse ho scoperto l’acqua caldo, o nemmeno quella, ma la trovo una soluzione molto utile per migliorare i nostri allenamenti e godersi meglio i sentieri.