mercoledì 29 settembre 2021

Viva chi si ritira!

Non sono io il primo a dirlo, già in tanti dicono o hanno detto che la nostra società è avvolta dalla paura del fallimento, anche se non sono convinto che sia sempre sempre così. Vengono spesso riportati anche esempi di insuccessi che hanno poi portato al successo. Anzi, fa parte proprio della storia del progresso dell’essere umano. Certo è vero che nel trail, e nello sport in generale, ha molta più rilevanza la vittoria, il traguardo raggiunto, che il ritiro o la prestazione opaca. Ed è anche normale che sia così, è naturale celebrare la vittoria e non la sconfitta, non c’è niente di scandaloso.

Sarà forse perché io mi sono ritirato molte volte, soprattutto nelle gare più dure e competitive, che però ho molta simpatia per chi si ritira. Diciamolo, delle volte si esagera con la retorica del finire a tutti i costi, del non mollare mai, dell’essere più forti dei dolori e della fatica e dei malesseri. Ma ci sono sempre casi e casi. Per qualcuno bravissimo a finire una gara con enormi difficoltà e magari problemi fisici, c’è qualcun altro che ha preferito mollare, ritirarsi, rispettare il proprio corpo e forse anche la propria testa. Non sto dicendo che bisogni ritirarsi quando non ce la si fa più o non si ha più voglia. Sono un allenatore, devo anche saper motivare, che diamine! E motivo sempre le persone che seguo, ci mancherebbe altro. Ma trovo che ci voglia ugualmente un certo equilibrio. Delle gare si possono finire sforzandosi oltre la propria comfort zone, resistendo ai dolori, combattendo col desiderio di fermarsi, farsi una doccia, mangiare e dormire, ma ci si può anche ritirare senza che diventi vergogna.

Nell’ultimo mese, tra UTMB e altre gare, ho visto diversi atleti molto forti ritirarsi, e ammetto che quando capita li rispetto quasi più che quando vincono. Non che sia contento, non sono così cinico, non auguro il male a nessuno, so la fatica che hanno fatto per arrivare fin lì e so benissimo il dispiacere che porta un ritiro. Anzi, è proprio perché so quanto costa un ritiro che spesso mi sento molto più vicino a loro.

Come ammiro l’atleta che sa andare oltre i propri limiti, ammiro anche l’atleta che li accetta e sa fermarsi quando non è più necessario proseguire. Rimangono gare, eventi, che sono importanti e fanno parte della nostra vita, certo, ma non sono tutta la nostra vita.

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