Ancora UTMB, poi spero basta.
Mi sentivo in forma, l'ho già detto. Qualcuno mi ha detto o scritto che forse ho chiesto troppo al mio corpo. Potrebbe essere, anche se per arrivare pronti per una gara così bisogna darci dentro, poche storie, ma in realtà sono arrivato molto più fresco rispetto ad altre volte. Forse troppo? Eh, chissà... Nel 2018 ero davvero "giusto", avendo dovuto recuperare la forma in pochissime settimane. Ora no, ero riposato, e non lo sentivo solo io a livello soggettivo, ma me lo diceva anche un parametro oggettivo, ovvero l'HRV. Che diavolo è l'HRV? Heart Rate Variability, cioè la variabilità della frequenza cardiaca. Cosa sia e come può essere utile ve lo faccio cercare su Google, altrimenti scrivo un altro post eterno (e già non sarà breve). Si può misurare con un'app attraverso lo smartphone. Ho iniziato ad usare questo strumento 4 anni fa, più o meno, ma a periodi alterni. Ad esempio prima del Tor non lo avevo usato, essendo troppo sfasato. Lo scorso anno nemmeno, visto che la stagione era saltata e che con la vita nuova insieme a Ulysses facevo fatica ad avere lo spazio il mattino appena sveglio. Quest'anno invece ho ripreso a monitorare la mia frequenza cardiaca ad ogni risveglio, il che mi ha aiutato a capire la mia forma costantemente. Andando a vedere i dati posso notare come HRV e frequenza andassero di pari passo con il carico di allenamento, scarico pregara, gare, riposi. Il che significa che ho fatto tutto davvero al meglio.
Ora, come si può vedere nelle foto 1 e 2, nei 10 giorni prima della partenza HRV e frequenza erano perfette. HRV giusta (non deve essere né troppo bassa, né troppo alta), frequenza bassissima. Quindi ben riposato. Si può vedere anche come durante le 2 settimane a Sestriere i valori fossero diversi (HRV ballerina, frequenza leggermente più alta), proprio perché stavo caricando molto. Soprattutto dopo le gare a Courmayeur (durante le quali non ho preso le misure, così come non l'ho fatto a Chamonix nei 2 giorni prima della partenza, per evitare possibili condizionamenti psicologici - cosa che faccio sempre prima di una gara) si può vedere come i valori fossero ancora più sballati, ma dopo 3 o 4 giorni ero quasi tornato alla norma (infatti in quei giorni avevo fatto allenamenti più blandi, soprattutto con meno volume).
(foto 1)
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Nelle foto 3, 4 e 5 invece ci sono dei grafici che mostrano anche il livello di forma generale nel rapporto tra carico e riposo (calcolato anche in base ai dati soggettivi di stanchezza o freschezza che inserisco manualmente). Ecco, come si può vedere soprattutto nella foto 5, il rischio di infortunio non è presente solo quando si fa troppo (ad esempio dopo le 3 gare di Courmayeur di un mese fa), ma anche quando si fa poco, come per me gli ultimi giorni prima dell'UTMB. Non so se davvero abbia perso davvero così tanto in pochissimi giorni e se possa essere la causa della contrattura alla coscia (o meglio, una della cause). Però provo a capire, e sono sicuro che imparerò ancora qualcosa da questa esperienza.
(foto 3)
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(foto 5) |
Insomma, arrivare al giorno x nel pieno della forma è davvero un bel rebus, per quanto ci si possa allenare bene e si possa stare attenti a tutto. Quelli che non sbagliano mai appuntamento sono davvero in pochi. Quando poi si è anche talmente forti da poter giocare comunque su un certo margine, è sicuramente più semplice rispetto a chi deve limare su ogni cosa per poter essere competitivo.
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