venerdì 22 novembre 2019

Le paranoie invernali del trailrunner

Su YouTube c'è un canale di ciclismo molto interessante e sempre più seguito, GCN Italia, versione italiana di un format internazionale di successo, dove vengono pubblicati costantemente video assai gradevoli e con spunti interessanti, non solo per chi ama la bicicletta e segue il ciclismo, ma anche per chi fa sport di resistenza in generale. Lo spunto per parlare delle “paranoie invernali del trailer" è nato proprio da un servizio su questo canale. Ovviamente ci sono enormi differenze tra il ciclismo e la corsa, ma ci sono ugualmente molti punti di contatto. Ad esempio sono condivisibili buona parte degli esempi fatti nel video in questione, come la paura dell'aumento del peso in inverno, il timore di perdere efficienza muscolare, la fatica a riprendere dopo una pausa, eccetera. Di conseguenza, ecco quelli che secondo me possono essere le paure del trailrunner in inverno, prendendo qualche spunto dal video e aggiungendo altro.
Paura di stare fermi una settimana o due. Quasi nessuno è disposto a staccare la spina per un breve recupero psicofisico, sia che si tratti di top runner che di aspiranti finisher. Ma non succede nulla di male a star fermi, anzi, può servire davvero tanto prima di pensare ai successivi obiettivi. Di certo non è obbligatorio fare una pausa totale, ma certe volte, direi forse la maggior parte delle volte, sembra un dramma anche solo diminuire quantità e intensità di allenamento per qualche settimana.
Aumentare di peso. Come appena scritto qua sopra, raramente il trailrunner molla del tutto la presa, e soprattutto raramente pone attenzione al peso, per fortuna, aggiungerei. Tuttavia, guadagnare qualche chilo rispetto al peso che si ha durante le gare estive, può in alcuni casi sembrare una zavorra che diventerà difficilissima da togliere. Qualche chilo extra non farà male e lo si potrà riperdere in poco tempo, facendo ovviamente attenzione ad una crescita progressiva dell'allenamento, dato che il peso in più è a carico delle articolazioni.
Perdere tutto l'effetto allenante dell'anno passato. A stare fermi ci si deallena, certo, il corpo diventa meno performante, ma anche continuare a picchiare giù chilometri e dislivelli su un corpo stanco e stressato può far male, se non peggio. Diminuire il carico allenante per una settimana o due e poi tornare subito a darci dentro per la paura di dover ripartire da troppo indietro può portare ad avere subito un'ottima forma, proprio grazie al periodo recupero, col rischio però di affaticarsi molto presto e poi trascinare una forma altalenante durante i mesi con le gare a cui più si tiene.
Sentire le gambe senza la stessa forza delle migliori gare. Certo, succede, ed è più che normale, è fisiologico. Capita che dopo una pausa più o meno breve, le prime corse sembrano una gran fatica, nelle prime salite si arranca, dopo le prime discese si ha subito mal di gambe, anche se il dislivello è stato poco, i primi squat affaticano subito e lasciano dolori per una settimana, facendo pensare a come si possano fare 10mila metri di dislivello tra 8 mesi. Ma l'allenamento sensato e graduale serve proprio a ritornare ai livelli di prima e possibilmente superarli, bisogna solo avere un po' di pazienza e fiducia.
Pensare di allenarsi troppo poco. C'è spesso la convinzione che per preparare gare lunghissime in estate sia necessario già accumulare chilometri e ore e ore già in pieno inverno. Approfittare dei giorni liberi per un bel giro in montagna è sempre una cosa positiva, un'occasione da non perdere, ma una cosa è un giro tranquillo con amici per divertirsi e godersi l'aria aperta, un'altra è sentirsi in dovere di stare fuori mezza giornata a dicembre perché bisogna preparare una gara in agosto. Anche qua basta aumentare in modo graduale e si potrà arrivare tranquillamente ad accumulare il giusto numero di allenamenti lunghi e avere l’adattamento fisico necessario per le proprie gare.
Voler arrivare già in forma alla prima gara. Si può arrivare in forma alla prima gara dell'anno, e si può mantenere una buona forma a lungo, ma capita spesso di pensare che se la prima gara non va nel modo sognato, si è troppo in ritardo di condizione e non si arriverà mai in forma per l’appuntamento dell'anno, qualunque esso sia. Voler strafare rimane sempre uno dei principali errori del trailrunner, in qualsiasi periodo dell'anno, ma soprattutto lontano in inverno.
Ammazzarsi di ripetute veloci per diventare più veloci. Sì, l'inverno può essere una buona occasione per ridare giri al motore, migliorare la velocità di base, in una programmazione inversa rispetto alle classiche vecchie metodologie sugli sport di resistenza, più vicini alle moderne concezioni provenienti dal triathlon, ma l'errore sta nel pensare che sia necessario fare 3, 4, 5, persino 6 allenamenti intensi a settimana per diventare più veloci. Niente di più sbagliato. Si diventerà più veloci... nell'infortunarsi. Sono sufficienti 2 sedute a settimana, con lavori con caratteristiche diverse, per ottenere buoni risultati sulla velocità, anzi, per chi riesce ad allenarsi poche volte a settimana possono già essere troppe. Si può aggiungere qualcosa a ritmi medi in un altro allenamento per chi fa un buon volume di base, per doti fisiche e (forse soprattutto) fisico, ma non serve ammarsi di velocità. Basta fare le cose giuste nel modo giusto.
Ah, ovviamente tutte queste piccole paranoie del trailrunner le ho avute anch'io, eccome, ecco perché le conosco così bene!

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