Su intervalli ad alta intensità di durata breve mi capita spesso di sentire persone rimanere sorprese per la frequenza cardiaca che non fa in tempo a salire fino a quella che dovrebbe la zona di intensità di riferimento (ad esempio 30"/30", o 1'/1'). Così come poi, viceversa, la frequenza non fa in tempo a scendere sufficientemente durante il recupero ad intensità molto bassa. Ma è normalissimo, la frequenza cardiaca non fa in tempo a salire così rapidamente, ha bisogno di alcuni minuti per raggiungere certi numeri, e in variazioni della durata di decine di secondi, o nei primissimi minuti di variazioni più lunghe, il tempo è troppo breve.
Se l'allenamento è svolto bene ed è della giusta durata, la frequenza cardiaca si dovrebbe man mano avvicinare alla zona di intensità richiesta. Nel migliore dei casi potrebbe rimanere a quella intensità per un tempo persino maggiore di quanto farebbe durante una sola ripetizione a intensità massimale.
Quindi per regolarsi sugli allenamenti intervallati è bene seguire il ritmo (se si è su un percorso segnato, mentre il GPS è affidabile fino ad un certo punto, perché a volte ha un leggero ritardo nell’aggiustamento della velocità, ma è pur sempre qualcosa), oppure la sempre soggettiva percezione dello sforzo. Questa serve soprattutto se le variazioni si fanno su percorso collinare o in salita, ma vale anche in pianura.
Ricordarsi sempre che il cardiofrequenzimetro è utile, ma non deve condizionare l’allenamento e non deve coprire la capacità di gestirsi secondo le proprie sensazioni.
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