Sono due settimane che tento di scrivere qualcosa sui
cambi di programma in corso di stagione. Un paio di articoli ho dovuti
cestinarli, ogni giorno ci sono state novità importanti, restrizioni sempre
maggiori, sempre più gare annullate… Le priorità in questo momento sono di
certo altre, ma guardando il nostro piccolo mondo di sportivi, si può (forse)
iniziare a pensare a come riprogrammare la stagione, nella speranza che la situazione
migliori e che in estate si possa gareggiare regolarmente, magari anche prima.
Previsioni sulla fine dell’emergenza e su un totale ritorno alla normalità è
impossibile farne, ma prima o poi le cose andranno meglio. Per forza. D’altronde
gestire gli imprevisti deve essere una delle migliori qualità di chi pratica sport
di resistenza, trail running in particolare.
Dunque, nel mio caso ho dovuto rivedere il viaggio in Italia con la
partecipazione al Maremontana. Un vero peccato non poter tornare ad una gara
che amo per rivedere tanti amici e correre su splendidi sentieri, non vedevo l’ora
dopo mesi nel freddo di Baltimore e nella noiosità dei sempre soliti percorsi. Quindi
avevo ripensato un piano per arrivare pronto alla UROC di inizio maggio,
inserendo due gare locali come preparazione, ma anche qua negli Stati Uniti la
situazione si sta rapidamente evolvendo, sempre più gare stanno venendo
cancellate, e visto anche che dopo la mia ultima gara del 29 febbraio all’Hashawha
Hills ho avuto una forte colite e ho dovuto saltare qualche giorno di
allenamento, la partecipazione alla gara è sempre più in dubbio. Il calendario
estivo spero possa rimanere lo stesso che avevo in programma, magari
aggiungendo qualcosa a inizio giugno in Italia, confidando che in due mesi tutto
possa andare meglio, come sta avvenendo in Cina. Quindi al momento il mio
allenamento non è troppo diverso da chi in Italia è costretto dalle limitazioni
ad allenarsi in casa: recupero e mantenimento di una forma decente in vista di
una vera ripresa per obiettivi che potranno essere più chiari solo con il
passare delle settimane. In sostanza, come se fosse un nuovo periodo di
transizione all’interno della stagione, aspettando di poter riprendere a pieno
regime. Dopodiché si tratterà di raggiungere una buona forma in un tempo più
ristretto del solito.
Una qualità che credo di aver spesso avuto è quella di
riuscire a condensare un buon allenamento in poco tempo. Di certo si sogna
sempre la stagione perfetta nel quale non si perde una singola seduta, in cui
tutte le qualità atletiche vengono migliorate costantemente, arrivando alla
gara clou in condizioni magiche, ma raramente è così, anzi, forse mai. Il più delle
volte bisogna arrabattarsi tra imprevisti di vario genere. Spesso alcune delle
mie migliori gare sono arrivate proprio dopo brevi intensi periodi di allenamento
per recuperare una forma che per motivi diversi era scemata. Inserire in pochi giorni allenamenti di intensità, forza, resistenza senza rischiare di farsi male o di sovrallenarsi è un difficile gioco di incastri che non raramente sono stato bravo a gestire. L’UTMB del 2018 è
stato l’esempio più evidente, ma anche in altre occasioni ho recuperato in
breve tempo una buona forma in poco tempo. Ricordo la Diagonale Des Fous del
2017, finita in condizioni fisiche più che buone dopo aver fatto una decina
giorni “alla disperata” - terminati appena una settimana prima della gara - per
recuperare un paio di mesi di allenamenti a singhiozzo per problemi di vario
genere. O anche la UTLO dello scorso anno, per rimanere in tempi più vicini.
Insomma, niente panico. Se c’è stata una buona base invernale, c’è
tranquillamente il tempo per riprendere una buona forma per l’estate.
Certamente in alcuni casi sarà più difficile, specialmente per gare lunghe che
avrebbero richiesto altre gare di preparazione purtroppo annullate. Ma con un
buon mantenimento in queste settimane difficili e con un condensamento delle
sedute chiave alla “riapertura delle gabbie”, ci sarà il tempo di recuperare e
tornare a divertirsi nei nostri amati sentieri.
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