venerdì 3 gennaio 2020

Avere un allenatore non vuol dire prendersi troppo sul serio

Nelle ultime settimane ho letto su Facebook diversi post o commenti contro gli allenatori, o peggio, contro chi si fa allenare, perché secondo qualcuno è inutile spendere soldi per un allenatore e terminare una maratona sopra le 4 ore o finire un ultratrail con le scope, spesso con l'intento di screditare il recente proliferare di running coach, trailrunning coach, o allenatori di tutti i tipi. Noto anch'io che siamo in tanti, certe volte pure io mi metto nel dubbio, ma sarà poi il futuro a dire chi è in grado di allenare bene, chi male, e chi avrà venduto solo fumo. Un allenatore bravo e preparato dovrebbe pensare a fare meglio il proprio lavoro, non a screditare gli altri.
Dunque, in genere funziona così: una perdona spende i soldi come gli pare. Io potrei dire che sono buttati i soldi per farsi tatuaggi o mettersi lo smalto, perché non mi piacciono e sono cose per me inutili, ma c'è chi vive facendo tatuaggi e vendendo smalto, e se una persona vuole usare così i propri soldi, a me non interessa proprio nulla, chi sono io per poter dire che sbagliano? Se una persona è pigra e non vuole pulirsi la casa e può permettersi di pagare una donna delle pulizie, cosa c'è di sbagliato nel farlo? Quindi, se una persona vuole spendere soldi per farsi allenare, perché ha paura di fare troppo o troppo poco o non sa come approcciarsi a certe distanze, o vuole migliorare il personale sulla maratona, anche se è di 5 ore, quale sarebbe il problema? C'è spesso la convinzione che avendo un allenatore si smetta di divertirsi, perché bisogna fare quello che dice lui, gli esatti minuti, secondi, o chilometri che dice, come se fosse un’imposizione che tolga libertà e impedisca il divertimento. Ma a me pare evidente che sia una visione un pelo distorta. Un allenatore non è quello che ti porta dal fare una maratona in 3h32’ a 3h25’, o meglio, non è solo quello. E non è nemmeno quello che dice cosa fare e cosa non fare ogni singolo giorno della vita, quanto riposare, cosa mangiare (questa proprio per nulla, possono farlo un dietologo o un medico, non un allenatore) e chissà cos'altro. Un allenatore può essere quello che ti fa avvicinare ad una distanza più lunga con minor rischio di infortunarti. O quello che ti fa fare quelle giuste sedute nei giusti momenti per poi stare meglio e divertirti di più durante la gara, anche senza poi un riscontro cronometrico. O quello che ti fa recuperare meglio dopo una gara particolarmente lunga o intensa. O quello che riesce a sistemare qualche mancanza tecnica, sempre col fine di patire di meno in gara, o anche nelle semplici uscite quotidiane. Correre “a cazzo", in totale libertà, arrivando poi ad avere problemi fisici più o meno gravi, può andare bene certe volte, può andare bene anche per tanti, ma può non andare bene per tutti. Il sovrallenamento sfocia nella patologia clinica. Certe volte ti ci porta l’allenatore (e in quel caso forse non è stato un bravo allenatore, oppure è mancata totalmente la comunicazione allenatore/atleta), ma spesso capita a chi si allena da solo senza una minima struttura collezionando gare o allenamenti insensati uno dietro l'altro, difficilmente quando si è seguiti da una persona preparata. Senza contare di chi si avvicina ad una certa disciplina e non sa come fare. Io ad esempio faccio pena nel nuoto, e da sportivo è un piccolo cruccio, e se un domani volessi (o dovessi) praticarlo di più, mi sentirei quasi costretto ad avere una guida, perché migliorando la tecnica mi divertirei di più, senza ombra di dubbio.
Fa molto figo dire “se vuoi correre, esci e corri”, ma non per tutti è così, non sempre è così semplice. Avere un allenatore non vuole dire prendersi troppo sul serio, e non vuole dire rimanere imbrigliati in tabelle, programmi, ritmi e perdere il divertimento e la gioia di correre o di fare sport. Tutt'altro. Vuol dire cercare di evitare di farsi del male, trovare una motivazione in più, essere accompagnati in un percorso che affrontato da soli potrebbe spaventare e far rinunciare a priori a un obiettivo.
Quindi, se non volete un allenatore, non rompete il cazzo a chi lo vuole o ce l'ha.

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