(Foto Archivio Carlton Rowlands)
Come molti sanno, il mio Tor des Geants si è interrotto a Eaux Rousses, dopo circa 80 km, a causa di un dolore alla schiena, in zona lombare, irradiato nella parte posteriore della gamba sinistra: dopo essere stato fermo alcune decine di minuti al ristoro, una volta raffreddata la muscolatura, mi era impossibile alzare la gamba. Ma avevo anche altre difficoltà, tutte aumentate a dismisura dopo la prima base vita di Valgrisenche: sensazione di difficoltà a respirare in salita sopra i 2000 metri di quota, difficoltà ad alimentarmi nelle 3 ore precedenti il mio ritiro, a causa di una sensazione di blocco all'addome, dolori e fastidi diffusi in zona pelvica (tipo pubalgia, seppur di lievissima entità), all'esterno delle ginocchia, ai talloni, un gluteo perennemente contratto... Insomma, ero un disastro, nonostante una partenza molto controllata e una tattica di gara perfettamente in linea con le mie previsioni.
Ma perché tutti questi problemi? Di sicuro le settimane precedenti – ma a livello più ampio, direi anche gli ultimi mesi – erano state molto impegnative e stressanti, lasciandomi poco tempo per tutta quella serie di esercizi di stretching e mobilità entrati nella mia routine, e con lo stress dell'organizzazione di un'altra cosa decisamente impegnativa, seppur bellissima: il mio matrimonio. Luglio e agosto erano stati utili per accumulare un gran volume di allenamento, in bici e a piedi, ma in un modo per cui potevo solo alternare grandi carichi a giorni di recupero mal gestito per diversi impegni extrasportivi, cosa che non mi permetteva di affrontare al meglio le fasi di riposo. Ecco che così i piccoli affaticamenti fisici e acciacchi hanno potuto mostrarsi con sempre più forza.
A volte (o forse sempre) ho una mentalità antica. Non mi faccio vedere da uno specialista finché il problema non diventa grave. Fisioterapista e/o osteopata sono sempre stati un po' “l'ultima spiaggia” a cui rivolgermi, mentre in realtà dovrebbero avere anche una funzione preventiva. L'ultima mia visita era stata in primavera, ad aprile. Da allora ho avuto il periodo con il maggior carico di allenamento mai fatto finora. Tutte le piccole imperfezioni fisiche, soprattutto a livello articolare, sono però aumentate senza che io me ne accorgessi. Il mio corpo compensava a livello muscolare, mentre altri fastidi li prendevo come un normale affaticamento dovuto alla mole di attività fisica, senza pensare che sarebbe stato necessario far controllare tutti i piccoli e grandi squilibri strutturali che avevo.
Quando finalmente dopo il Tor des Geants sono andato dal mio osteopata di fiducia, ho sentito articolazioni e muscolatura liberarsi come non mi era mai successo prima, anche e soprattutto a livello addominale e toracico. Il sovraccarico di lavoro fisico aveva accentuato in modo esagerato tutte le piccole e normali problematiche che possono venire a chi pratica sport di endurance, e lo stress aveva influito probabilmente ad avere una respirazione non sempre corretta. E forse così mi sono convinto una volta per tutte dell'importanza di affidarsi alle mani di un bravo osteopata ben prima che i problemi fisici possano compromettere il risultato di una gara.
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